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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

@ Cose che abbiamo trovato nell'uovo di pasqua #tantebellecose

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Shipwrecks by Videodreams Iniziamo con i Videodreams dei fratellini Filippo e Marco Marra. Il naufragar m'è dolce in questo mare di suoni rarefatti e solido dreampop  ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ I titoli di testa di Said nuovo film dei Drop Brothers, pulp italo spagnolo a base di mafia e violenza, in libero streaming su youtube dal 19 aprile in occasione del record store day. Ovviamente la OST è ad opera dei nuovi maestri del genere, Calibro35, e sarà reperibile anche in vinile. Perchè le cose vanno fatte bene ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Dopo averci deliziato con una cover magistrale di Battisti, adesso fa crescere la scimmia per il suo esordio "Disordine". Riscopritevi un po' più stronzi  con Cosmo ---------------------------------------------------------------------------...

@ Forbidden Latitudes - Luca Siani

Forbidden Latitudes by Luca Siani Forbidden Latitudes uscirà a maggio, è un  album strumentale di un polistrumentista autarchico a base di chitarre su percussioni, melodie languide e orizzonti spaziosi

@ Best Friend - Best Friend

Best Friend by Best Friend Il loro unico difetto è aver scelto un nome banale per una band che ha molto da dire nel movimento  "revancha dello shoegaze" che è prepotentemente tornato alla ribalta da un pochino di anni. Siamo alle prese con tematiche adolescenziali e tempeste melodiche che piovono a dirotto sulla vostra testolina. Ma niente paura, il cielo è sereno.

@ Out Of View - The History Of Apple Pie

La prima cosa che scappa subito da dire dopo l'attacco di "Tug" è che si sente che sono inglesi.  L'esordio degli " The History Of Apple Pie " (ri)percorre infatti tutti i topos di una scena musicale dalle precise coordinate stilistiche. Un agnello travestito da lupo, un pop melodico ricoperto da una spessissima coltre di noise e di riff assassini, pedali pestati con passione e una splendida voce che si mescola alla perfezione con quanto cantato.  [lo streaming integrale è qua ]

@ Comedown Machine - The Strokes

La delusione totale e la consapevolezza che tutto il credito che qua si è dato a questa band è dovuto al magistrale primo disco.  Comedown Machine  inizia con le pulsioni anni 80 (e galleggia su queste) ma poi arrivano le chitarre Strokes e c'è la voce di Casablanca che per dimostrare di essere cresciuto accenna pure il falsetto ma canta meglio quando ci sono i filtri. Due anime nel gruppo, Casablanca che si vuole giocare la carta anni 80 (vedi anche il suo disco solista) e le chitarre che hanno lo stesso fremito dell'esordio (anni 70) ma non riescono a venire fuori. Non c'è molta sostanza, ogni canzone sembra un segnale stradale ma alla fine si gira a vuoto.

@ Ultime Registarzioni (EP) - Litio

I Litio c'hanno preso gusto e ci deliziano con altri 6 pezzi di coloratissimo pop. Melodie intense che scorrono lisce su robusti binari di chitarre fragorose con i coretti sbarazzini che salutano alle stazioni. Ritmo sempre alto e alchimia surf rock tra verginità, paura della sera e amici perduti. Ed è subito ammmore. [tutto l'EP   qua ]

@ September - Rose Melberg

Un disco di cover di pezzi magari non proprio conosciutissimi di artisti non sempre conosciutissimi (per dare due coordinate ci sono i Beatles con I 've just seen a face e ci sono i Wipers con Mistery ). A far girare la giostra ci pensa Rose Melberg, cantautrice dal solido beckgraund twee pop, con il suo gusto sopraffino per arrangiamenti bislacchi il giusto, in canzoni che " possono essere piuma o fero a seconda della giornata "

@ Wondrous Bughouse - Youth Lagoon

Con  Wondrous Bughouse i capitoli della luminosa carriera di Youth Lagoon salgono a due . Un disco ancora fatto di sospensioni, scenari onirici e vergati con quella consapevolezza di chi sembra essersi appena svegliato e scruta il mondo senza riuscire ancora a metterlo a fuoco. Insomma la prospettiva è sempre la stessa, una sequela di rassicurazioni alle paure più intime e remote (" you'll never die ") mentre la canzone si inerpica leggiadra verso atle vette per poi cadere giù sotto forma di pioggia noisy. Distorsioni zuccehrate e una forte carica emotiva mescolate, in senso letterale, con gli stilemi del miglior pop.

@ Ergo Sum - Paletti

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Paletti  (lo Sting dei The Record's) continua a dimostrarsi un ottimo cantautore italiano che per tematiche e metriche conferma di sapere il fatto suo (per il pezzo qua sopra mi è venuta in mente persino Man in the Mirror in chiave dissacrante).  Però musicalmente in Ergo Sum c'è quel tratto quasi ultrapop, sempre d'autore beninteso, che finisce per appesantire inutilmente l'ascolto.

@ Lost In Light Rotation/Bad Connection - Tullycraft

I banchieri dell'indiepop in questo lussuosissimo 7" che trasuda twee da tutti e 2 i lati.

@ Mala - Devendra Banhart

Devendra Banhart è un franksinatra da circo, un crooner da terza internazionale, l'ultimo romantico in espadrillas ma è decisamente anche un artista dalle idee chiarissime. Mala è infatti l'ennesimo, ottimo, tassello di una discografia oramai completa e compiuta, discografia che parte dal folk con la chitarra (roba seria) a cui fare delle poderose pere di nonsense e humor. Approccio sfattone e lieve per musica d'amore che esorcizza le paure e qualche inserto kraut come vera novità in questo giro di giostra.

@ Intorno Al Mondo Con Le Cose Furiose - Le Cose Furiose

Intorno Al Mondo Con Le Cose Furiose by Le Cose Furiose Le Cose Furiose trasudano amore per le sonorità rock'n roll anni 60 in questo esordio da 100 copie in vinile e infinito download. Musica rigorosa und cultura popolare italiana.

@ Outminded - Dating

Outminded by Dating Un lavoro che è nero come la pece ma che fa scintillare un sorriso beffardo seppellito dietro la coltre di rumore. I Dating sono un progetto shoegaze che lavora sui canoni metal scandinavi (con tutto quello che ne comporta).  Outminded è una colata di chitarre impastate sulle vostre scarpe.

@ Bankrupt! - Phoenix

Ritroviamo i Phoenix esattamente dove li avevamo lasciati. Oramai la formuletta è codificata ed è stata assimilata bene dal pubblico, l'unica cosa che gli rimane da fare è battere sui ritmi incalzanti, impedendo all'ascoltatore di rifiatare. Ecco quindi, esattamente come nei precedenti due, melodie che girano vorticose in questo pop danzereccio dalle robuste venature anni ottanta, vertigini di synth che fanno le curve a 90 come in tron e turbamento adolescenziale. Una puntatina di glofi (o chillwave) ma forse solo per prendersi qualche merito.