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Visualizzazione dei post da febbraio, 2004

@ The Grey Album - D...

@ The Grey Album - Dj Danger Mouse ft Jay-Z Succede che Jay Z rilasci la versione a capella del suo album, The Black Album, secondo una pratica molto comune nelle cultura Hip Hop. Dj Danger Mouse arriva a pubblicare questo lavoro sfruttando appunto Jay Z e i Beatles. Il White Album insieme al Black Album danno vita al Grey Album. Cromaticamente impeccabile, musicalmente valido (inoltre ora c'è l'alone del proibito). Il disco ha successo e viene scaricato liberamente visto che Dj Danger Mouse non ne possiede i diritti di sfruttamento. Succede che però è così bello che ne vengano pubblicate e diffuse 3000 copie (che ci vuole?). La EMI allora s'incazza poichè "claims copyright control of the Beatles 1968 White Album". Cioè la Emi decide che quell'album non deve esistere. punto e basta. Allora manda lettere di intimidazione a destra (I.S.P.) e manca (negozi di vendita). Si scatena la giusta guerriglia in Internet. Il disco appare (e scompare) in migliaia di siti

@ Sorella Sconfitta ...

@ Sorella Sconfitta - Massimo Zamboni Il disco è immediato ma senza ammiccamenti. Prima poteva giocare con altri, qua deve dirigere da solo, o quasi. Ora è un chitarrista solitario che non ha perso tempo ad evocare fantasmi. Il chitarrista solitario si presenta subito con uno strumentale, parsimonioso, scarno, pronto per una soundtrack. Il pezzo che da il titolo al lavoro, ha un incedere placido, con la voce affidata a Lalli, lui svolazza intorno con qualche semplice accordo ("santa impazienza e 3lame nel cuore...il coraggio per poterla cantare" cioè la sua "anche l'infelicità può essere preziosa") fino a ritagliarsi il suo spazio in quelle note dilatate ala Jefferson Airplane (amore sviscerato a suo tempo gia in T.R.E.). Lo ripeto il limite è mio nel raccontarlo, ma gli unici bracciodiferro con il passato sono "su di giri", "miccia prende fuoco" e "schiava dell'aria". "Su di giri" è il messaggio nella bottiglia, la b

@ In the Fishtank 10...

@ In the Fishtank 10 - Motorpsycho + Jaga Jazzist Horns Per il decimo episodio hanno messo insieme 2 band del Nord Europa. Nel libretto si narra che le abbiano chiuse per 3 giorni in uno studio di registrazione di una località sperduta, lassù in alto sulla cartina geografica. Uno spesato ricovero coatto a finalità artistiche? I nomi sono suggestivi e la collana ha un suo valore aggiunto: "lo chiamavano post-rock". In pratica ne viene fuori una voglia di session i cui intenti sono sviscerati al meglio al quarto pezzo, nella cover "Theme De Yo Yo", non a caso il più bello e riuscito soprattutto perchè il canovaccio era preesistente. L'inizio è affidato ad una classica intro, volutamente "fredda" ma facilmente dimenticabile, dove sopra si dilata il suono del corno. Poi arriva un pezzo riconoscibile nello schema rock, con il cantato e il ritornello, dove si tenta una deriva jazz sorretta dai fiati: compiuto ma prevedibilissimo. L'altro unico pezzo che

@ I Can't Stop - Al ...

@ I Can't Stop - Al Green Fa tutto quello che deve fare e lo fa bene, ci mancherebbe. Per confezionarlo così caldo e sensuale ritorna insieme al suo vecchio produttore Willie Mitchell. Infatti non si discosta dalla sua migliore produzione, si aggiunge un po qua e la: big band, riff di chitarra ma nessuna "evoluzione", soprattutto negli arrangiamenti. Il falsetto riporta tutto a casa, sempre. Disco d'amore che gli stolti possono cannibalizzare mischiando gossip e "scelte di vita", contenti loro. Restaurazione, o nostalgia che poi è lo stesso? Le medesime persone artefici della grandezza di quel Suono, si ripresentano nello stesso studio di registrazione, con la stessa strumentazione e con gli stessi risultati ( meno male) a distanza di 20 anni. C'è qualcosa di reazionario? Roba che il giovane punk incontentabile, figlio del Plasmon, sepolto da qualche parte dentro di te, incomincierebbe a riderti in faccia. Ma tu, consapevole come solo i Soulmen e i Grand