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Visualizzazione dei post da gennaio, 2005
@ A Hundred Patterns - The Icicles @ Palomar III - The Revenge of Palomar - The Palomar Formazione di 3 donne + uomo, la predisposizione immediata alla melodia e la militanza nel circuito indipendente statunitense sono il minimo comun denominatore. Le Icicles  hanno fatto del ritornello + gancio una ragione di vita: canzoni cristalline, arrangiamenti con tastiera e sintetizzatori, drumming asciutto, voce/coretto, gancio, un drumming spesso sostituito dal battimani, tutti al servizio della melodia. Non mancano i papapa qua mascherati in hey,hey,hey. Testi in simbiosi perfetta con le atmosfere calde  sostanzialmente da cameretta, anche nei momenti più veloci. La via delle Palomar alla melodia è poggiata tutta sulla velocità e sui ritmi in crescendo. Le 3 chitarre hanno il ruolo chiave nel suono  cinetico della band che si risolve sempre in linee melodiche e ganci. Un disco tutto giocato sulla simbiosi/contrasto tra voce femminile/melodia e sferragliate di chitarre/energia e possono manca
  @ I'm Wide Awake It's Morning - Bright Eyes La sua matrice emotiva/intimista è confermata alla grande  solo che stavolta le tracimazioni sono di molto sotto controllo in una produzione di gran lunga più classica e ordinata. Il suono appare sempre di più indirizzato verso il folk da chitarra acustica ma si sente moltissimo il peso del country tradizionale (caratterizzato spesso dalle note aperte) oltre alla sua naturale capacità/prerogativa di eliminare ogni barriera tra se e l'ascoltatore. Il cantato è diventato sempre più classico ed è definitivamente scomparso l'urlo privileggiando il sottovoce più adatto alle liriche di questo concept album che mantiene inalterata la carica emotiva che percorre tutto l'ascolto.  Scelta sicuramente dettata dalle atmosfere che poche volte si prestano alla catarsi ma quando questo avviene (1/7 e la finale specie con il ritornello che da il titolo all'album) ci si rende conto che non si è persa la mano. L'inizio ci riport
@ Worlds Apart - And You Will Know Us By the Trail of Dead   Dediti a un febbricitante 4/4 poderoso e ipercinetico, tecnicamente eccelso ma distante dall'ortodossia pedante e trista ripiegata su se stessa, i 4 AYWKU4TToD confezionano una "suntuosa" piece indie rock dal respiro lungo  grazie a cavalcate melodiche innarrestabili e agli intermezzi misurati dai tempi perfetti. La ferocia rock viene sublimata nei crescendo melodici e dai tempi sospesi che pescano dalla psicadelia (vedi i fraseggi a base di chitarra che infarciscono il suono) con forti  riferimenti alla scuola punk-rock americano (specie l'urgenza con cui detonano i pezzi). Si inizia con una overtoure lirica (con tanto di declamazione finale del nome della band usato come minaccia) e dosando ad arte i due o tre intermezzi per prendere fiato (un pezzo di solo piano, un valzer di violino ad esempio) è tutta una catarsi, un salire fatto di rincorse elettriche con la chitarra e voce sgraziata/pathos su un epico
@ The Best Of - Gomo Intitolando il suo esordio the best of, il lusitano Gomo rimarca l'attitudine che permea tutto il disco. Il suo lavoro colpisce per freschezza e immediatezza nonostante l'adesione a uno schema compositivo molto forte e "statico": canzone pop melodica costruita su un'orgia di "elettronica" casio per il tune sul quale poi poggia tutta la canzone. Entrata sulla tastierina, chitarra dalla nota aperta, fx da due soldi, melodia a manetta infarcita di coretti, dududu (corrispettivi del papapa nella terra di Eusebio), cantato sempre filtrato e voci da cartoon (gloriosi i suoi chipmunks in "feeling alive" o il meastro di aerobica con accento tetesko in "it's all worth it" pezzo da piena sbornia  primi anni 80). Tutte così ma senza annoiarsi. Gomo è volutamente sbilenco nell'andamento, canta spesso in forma di filastrocca, risulta spontaneo e molto asciutto . Il suo pop elettronico "divertito", da cazzeg