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Visualizzazione dei post da gennaio, 2004

@ The Decline of - B...

@ The Decline of - British Sea Power Le chitarre e il cantato tengono la rotta in tutte le canzoni. Le chitarre sono solide, taglienti e nervose ed esplodono dappertutto in riff potenti come da tradizione. Il cantato è ricercato nell'impostazione sospirata della voce conferendo un senso "lirico" e allucinato ai pezzi . Le canzoni sono tutte suonate magistralmente, il loro sound è potente e febbricitante riuscendo a scrivere pezzi poderosi ( Apologies To Insect Life, Favours In The Beetroot Fields ) e frastornanti grazie all'impatto delle 2 chittare ( Remember Me, Fear Of Drowning) e alla batteria che non sbaglia un colpo. Non mancano i cambi di direzione sia nelle ballad dal sapore + pop ( The Lonely, Black Out) o nei pezzi + classici con improvvisi scrosci utili a supportare gli improvvisi sbalzi e cambi d'umore nella canzone. Che sanno suonare poi lo provano definitivamente i 14 minuti di Lately . Il valore aggiunto è il cantato: disperazione, frustrazione (

@ Sciuoglie E Cane ...

@ Sciuoglie ‘E Cane - Almamegretta Viene rimestato tutto l'armamentario di elettonica spiccia in voga quasi un decennio fa nelle produzioni italiane. Proprio spiccia, non minimale, una sorta di "reductio ad dub" elementare con esiti noiosi, piatta senza sobbalzi. Sembra incredibile che gli Almamegretta abbiano usato una tavolozza con così pochi colori. Un mandolino, una slide guitar, che comunque si perdono, e poco più per variare. Passata la uallera dei primi 10 pezzi, abboffati in levare conditi al sapore meditteraneo, arriva qualche arrangiamento jazzato, un pò di funk e, udite udite, il drum'n'bass. Testi sciatti sulla strada e pure monotematici. Lucariello ha una sola tonalità, molto meglio Patrizia Di Fiore che però viene usata quasi sempre come vocalist esattamente nello stile house dei primi 90. Quando arriva Di Bella in un pezzo da della paga a tutti. Anche qua c'è un uso massiccio dell'italiano (nuovo corso generale?). Raiss se n'è andato

@ Underpop - 24Grana...

@ Underpop - 24Grana Oramai la strada di Underpop era gia stata percorsa e musicalmente non hanno spinto verso nessuna nuova direzione:  impianto rock, pezzi circolari rotti dagli assoli di chitarre, spruzzate di dub residuo come intercalare, carisma di Di Bella. Di veramente nuovo musicalmente c'è un pezzo arrangiato con con  archi ne "il gattone" e il ritorno agli  standard reggae per metriche, suoni e tematiche in "Napule Tana". Come nei precedenti sovrastano in ogni pezzo i riff e il cantato. Stavolta  arriva l'italiano in maniera molto preponderante. La scelta non mi convince, i pezzi a alta % di italiano perdono molto, nella traduzione si ha inevitabilmente uno scarto verso il basso ( "giornata psicologicamente impossibile"). L'idea è che abbiano voluto dare degli appigli per chi non è di madrelingua, soprattutto in qualche ritornello o con effetti "sottotitolo" in mezzo ai pezzi. Scelta poco lucida perchè "nel voler spiega

Promoteo, il filesha...

Promoteo, il filesharing e Argentina 78 (......aspettando Espana 82) Internet è condivisione blablabla ...Questo sarebbe stato il preambolo come nelle migliori tradizioni di Partito, ma mi piego alle odierne anche se vetuste consuetudini capitalistiche editoriali per non bruciare futuri post sull'argomento. Uso BitTorrent quindi mi appoggio a forum+tracker, ognuno con una propria identità (dal nazional popolare al porno asiatico). All'interno della comunità musicale BT io [noi] sono un privilegiato, grazie alla nostra meravigliosa e intrinseca esterofilia (ma come cazzo ci siamo arrivati a pronunciare sammit dentro un tiggì?) noi abbiamo loro negli occhi ma non sempre avviene il contrario, anzi quasi mai. Ecco il mio ruolo: come Prometeo avrei portato loro il fuoco italico con cui scaldarsi e forgiare le proprie armi di divertimento di massa. " Esiste un mondo oltre Pitchfork !" questo sarebbe stato il mio piano politico e programmatico contro i rischi di monocultur

@ Who Will Cut Our H...

@ Who Will Cut Our Hair When We're Gone? - The Unicorns Il titolo è gia indice di appartenenza a QUELLE file, la copertina è un buon indizio, i pezzi lo confermano. Loro sono in 2, approssimati per eccesso a 3, e suonano chitarra, drummachine, casiotone, sintetizzatori, flauto dolce, xilophoni arrangiati ( bicchieri) oltre al resto di una band classica. Il loro limite numerico condiziona anche il loro suono: lavorano per accatastamento sonoro. Utilizzano bleeps, saltano dalla chitarra (assoli) al casiotone arrivando al darsi il cambio nella voce a metà canzone ( magari per suonare il flauto), con coretti punkrock nella classica forma pop. Una sorta di "staffetta" musicale dentro una struttura molto classica ( vedi Sea Ghost e JellyBone) dove prevalgono le melodie, compattando poi il tutto  nella  fase di postproduzione molto accurata. Il tutto è esplicitato nella classica attitudine fintocazzara ( basta leggersi i testi o ascoltare i loro coretti ).   Provateli ( meglio

@ Song For Dustmites...

@ Song For Dustmites - Steve Burns Attirato dalla formula "produced by Dave Fridmann", l'ascolto è stato abbastanza lusinghiero: discreto lo-fi pop "with the DIY -aesthetic" con insistenti "detonazioni" orchestrali in stile Flaming Lips partecipando anche Steven Drozd e Michael Ivins. Il successo del disco contiene anche il suo limite: il tocco Flaming Lips è dominante e costituisce in gran parte la bellezza di questo lavoro che, non a caso, è carente nei momenti + intimi e spogli. I testi sono alquanto brutti : acari che fanno come Yoshimi, la solita tiritera amorosa dove lui si rifuggia in metafore infantili finto ricercate (superman, etc etc ) con la lei di turno nel ruolo di amata che sfugge. Il disco è arrivato sull' HD in seguito ad un fruttuoso progetto di scambio culturale di cui parleremo in futuro. P.S. Steve Burns è una specie di Gianni Mucciaccia : uno che parla con un cane blu, fa puzzle ed era un interprete di una sitcom su Nickleodeo