@ I Can't Stop - Al ...

@ I Can't Stop - Al Green


Fa tutto quello che deve fare e lo fa bene, ci mancherebbe. Per confezionarlo così caldo e sensuale ritorna insieme al suo vecchio produttore Willie Mitchell. Infatti non si discosta dalla sua migliore produzione, si aggiunge un po qua e la: big band, riff di chitarra ma nessuna "evoluzione", soprattutto negli arrangiamenti. Il falsetto riporta tutto a casa, sempre. Disco d'amore che gli stolti possono cannibalizzare mischiando gossip e "scelte di vita", contenti loro. Restaurazione, o nostalgia che poi è lo stesso? Le medesime persone artefici della grandezza di quel Suono, si ripresentano nello stesso studio di registrazione, con la stessa strumentazione e con gli stessi risultati ( meno male) a distanza di 20 anni. C'è qualcosa di reazionario? Roba che il giovane punk incontentabile, figlio del Plasmon, sepolto da qualche parte dentro di te, incomincierebbe a riderti in faccia. Ma tu, consapevole come solo i Soulmen e i Grandi Calciatori sanno essere, gli spieghi che hai imparato che nella musica non esiste mai niente di nuovo, che bisogna prendere atto che le avanguardie sono morte e sepolte, che nella musica tutta non esiste niente di parassitario: ci si ciba sempre di tradizioni musicali preesistenti, altrimenti si scomodorebbe il soffio di Dio, tanto per citare gli stolti. Poi si prende il punk incontentabile, figlio del Plasmon, e gli si fa sentire cosa è diventata la scena musicale R&B/Soul: un coacervo di stereotipi e sovraprodduzioni inverosimili. Quindi ritornare al passato è una strada che non disdegnamo a priori. Se insiste e fa il cacacazzo lo si picchia e gli si fa ripetere a mantra come avveniva nelle vecchie sezioni di un tempo: "Gli anarchici sono i borghesi nell'ora di ricreazione, gli anarchici sono i borghesi nell'ora di ricreazione...."


I cani da copyright. (1,2,) A quanto pare fortunatamente sono solo defacement.


iRATE - Tra l'Utopia e Il sogno proibito delle aree marketing (un caso?). Non è un filesharing ma un sistema di ascolto diffuso e razionalizzato il cui scopo è suggerirti possibili canzoni adatte ai tuoi gusti, il tutto grazie ad un algoritmo. Inquietante eh? Come funziona esattamente lo trovate scritto qua, prima di temere una talebanizzazione ulteriore della musica il sito chiarisce che non opera attraverso genres (grazie al cazzo sennò non era innovativo). Oltre ad implicazioni filosofiche e di costume che lasciamo gratis ai mensili allegati ai quotidiani, questo vuole essere anche un esempio di modello b2b:"Record companies have to pay to get music onto the radio and iRATE performs the same function as radio". Il tutto in ottica opensource. Per la questione privacy "The iRATE server stores your track ratings. I will respect your privacy by not selling or otherwise passing this information on to anyone else". In effetti rimane inquietante, ammesso che funzioni.


RadioRipper - questa invece mi sa tanto che non dura. In fondo il concetto però è lo stesso dell'era pre-digitale.


Niente partitella oggi pomeriggio, ho il raffreddore. Da quando sono tornato dal Vietnam non sto ancora bene. Comunque ne è valsa la pena, un grande paese, pieno di storia e cultura e in confidenza si mangia pure bene, fanno un pollo, ma un pollo.. che è una bontà, ve lo consiglio. Se non fosse per sto cazzo di raffreddore ne scriverei volentieri. Ciao ElRocco.

Commenti

olona74 ha detto…
io essere tuo infermiere,,,
anonimo ha detto…
grazie tutto passato. "che vuol di'? rispondi che vuol dì? vol dì che ciò gli anticorpi coi controcoglioni ecco che vol dì!!" Carlo Verdone - Troppo Forte.
ciao elrocco

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