Discheria ElRocco 0.01

Soft Hair by Soft Hair Il fantasma di Prince che si manifesta in questo weirdissimo pastiche pop psichedelico a firma Soft Hair. Sessualità ambigua come si usava negli anni 80, chitarre che si perdono in riverberi e voci filtrate. Musica ultrafake così falsa che fa il giro tra distorsioni e synth in un'orgia funk

[ DOWNLOAD ] ps Ci becchiamo nel 2017. Con calma

Siamo sotto Natale, fuori fa freddo ed è buio ma per fortuna abbiamo Hope Sandoval a riscaldarci il cuoricino.   Until the Hunter è un  disco di desert country cavalcato sensualmente dalla melliflua voce di Hope. I ritmi sono ipnotici e si dipanano tra atmosfere dolcemente elettriche e scabrosamente acustiche. Una nuotata placida in stile libero con Hope che teneramente carezza il tuo mal di vivere sciogliendo in diolcezza la malinconia. CAZZO CHE NATALE FIGO. Uno dei migliori disco dell'anno

Liberamente ispirato al film " Lo Chiamavano Jeeg Robot" ecco il video del nuovo singolo di Ilenia Pastorelli. La canzone è un piccolo sunto del film in bilico tra cantautorato e pop meno ortodosso.

We Fucked A Flame Into Being by Warhaus Maarten Devoldere è il perfetto nipotino di Nick Cave e pronipote di Cohen che si porta dietro tutta le suggestioni e le atmosfere dei due pesi massimi senza finirne schiacciato. Il leader dei Balthazar ha confezionato un disco in equilibrio tra chiari e scuri ma con la pendenza decisa più verso gli scuri. Suoni crepuscolari ma illuminati dai fari e dalle sigarette, esistenzialismo triste e di maniera ma con quel tocco losangelino. 

Indiepop morbido e melodico per i norvegesi Hajk.

4/4 di matrice britannica. quello che ci serve. FANCULO ALLA BREXIT

Ruminations  è il fedele diario delle tribolazioni umane di Conor Oberst durante il processo per strupro (dal quale è uscito completamente assolto). È un disco doloroso che colpisce dritto ai sentimenti e alla sensibilità dell'ascoltatore con tutti i travagli interiori, le paure, le ansie. Una sorta di autoterapia musicale. Un lavoro intimo, solitario e riflessivo dall' influenza chiaramente dylaniana per strumentazione (in modo speciale l'armonica a bocca e voce particolare di conor) e struttura delle ballad. Ci sono melodie che riscldano stanze vuote e spoglie con solo piano e chitarra acustica.

Dalla cameretta a spazi più ampi. Indiepop mellifluo per il nuovo singolo di Tom Krell

La canzone di Dario Margeli passa sotto la cura di Ziemowit e adesso quindi si balla. Una perfetta passata di vernice anni 80, tra guizzi di synth e spolverata di chiptune.

Una perfetta dicotomia per due lati dello stesso disco, high contro slow, due velocità diverse e impianto acustico contro sezione elettronica. Un cambio di ritmo e di atmosfera che simboleggia perfettamente l'alzarsi per girare il vinile sotto la puntina. Tra arpeggi delicati di chitarra e battiti d'elettronica, tra vibranti e sfacciate melodie della prima parte a intimistiche e riflessive ballad della seconda. Moro & The Silent Revolution hanno fatto proprio un bel disco, anzi due. 

Siamo dalle parti dell' R'n'B ma la vera chiave di svolta è nella tensione tra analogico e digitale , tra passato rassicurante e futuro incerto. Dan Vidmar scrive un alavoro veramente prezioso e perfetto

Gruff Rhys si cimenta con la colonna sonora e lo fa senza risparmiarsi. 24 pezzi con moltissimi intermezzi, tema musicale principale ben declinato e pochissime canzoni classiche (approssimativamente 4). Stupisce in positivo la confidenza del nostro nell'allestire le scene creando diverse atmosfere. Easy listening targato anni 60 innaffiato da martini e malinconia invernale, climax di pianoforte e arco nervoso oppure ballad morbide con piano e armonica. Solo per completisti 

Solare e paza ballata indiepop per la nostra Young Summer