@ Collideoscope - Living Colour
I Living Colour hanno rappresentato la riappropriazione del rock da parte della cultura nera, sia materialmente con la Black Rock Coalition che "spiritualmente" (a caso Elvis is dead) contribuendo anche a demolire stereotipi. Collideoscope arriva dopo Stain (svolta stilistica) e soprattutto dopo 10 anni. L'elemento primario del gruppo è ancora voce soul di Glover su chitarra ecclettica di Reid , tutto racchiuso nella potenza/solidità del suono della band. M'aspettavo maggior audacia musicale vista la storia alle spalle, si intravede un po di elettronica e dnb (in your name) in un disco di solido rock con assoli, riff pesanti, rabbia che esplode e granitico background blues (holy roller). Ci sono momenti di respiro musicale (Nova, Flying) quando invece Stain era tuttdunfiato. Mentre prima il mondo ci poteva apparire come un bel caleidoscopio (pensiamo alla società americana), dopo 11/09 si è rivelato come un collideoscope: la visione dei punti di vista del mondo reale si scontra (colliding) e viene fuori un immagine asimmetrica, scura e disturbata. I testi hanno i toni del predicatore (in senso nobile) ma sono intimisti, antiretorici (flying, in your name) e politicamente schierati contro la politica di B*°# ( a ? of when, operation mind control ). Le riflessioni che prima comprendevano specialmente la comunità afroamericana adesso invece investono il popolo statunitense. In definitiva si sente una certa "demarcazione" dei confini del vecchio territorio musicale, anche se mancano vere e proprie incursioni tipiche del primo sound di Vivid e Time's Up. Prendiamo le 2 cover: una per lo stile/provenienza/intenti musicali (back in black ) e una per la tematica "politica" universale (tomorrow never knows) però mancano i pezzi killer. Il mio colore preferito è ancora Living Colour e fanculo ai GnR.
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