@ Gran Calavera Elettrica - Cesare Basile
Album concettuale per Basile. la Morte come protagonista, rispettando i presupposti del titolo. Musicalmente la struttura è rock ammiccante al blues, ritmica secca e battente, chitarra scarna e voce per sonorità non impettuose se non in alcuni climax. Nonostante l'elettrico del titolo, ci verrebbe fuori un bell'acustico con poco. Alcuni pezzi godono in + del supporto di archi (arrrangiati da uno dei dead can dance). La produzione di Parish si è limitata nel suo compitino: il suono è ben delineato, lavorato per sottrazione, pulito per tutti gli strumenti e per la voce, ognuno al suo posto. Arriva anche Nada per i cori, come seconda voce e in un pezzo tutto per lei: bravissima. Nel complesso l'atmosfera è cupa, con l'alone da crooner secondo le intenzioni di Basile. Ricorda Murder Ballad per come è stato concepito. Qua c'è un pò di delusione. I testi sicuramente sono meritevoli, anche se si accartocciano un pò in qualche episodio. Alcune tematiche le ho trovate forzatamente importate dal bechgraund americano. Alla Bibbia, la cultura cattolica italiana ha sempre preferito i vangeli (apocrifi per De Andrè), e per dissimulare il senso d'importazione che aleggia nel disco, poteva pescare fra i "santi" e le "ritualità" che specie nel Sud abbondano anche come sonorità (timido abbozzo nel "Cantico dei Tarantolati"). Bello nel complesso. Instreaming su RadioElRocco.
Non mi interessa la cronaca. Ogni volta che però si parla artisticamente di MJ qualcosa mi fa riflettere. Lui ha scritto una pietra milliare della musica. Thriller è un disco magistrale, attualissimo, saccheggiato al pari del repertorio di James Brown, Stevie Wonder e Marley da tutta la musica moderna (l'ultima che ho sentito è Missy Elliot su Billie Jean). Thriller è un archetipo, uno standard di fatto. Quindi frasi come "non ha mai pìù raggiunto le vette di Thriller" mi sembrano ovvie e fuorvianti e frasi come "non ha fatto niente di interessante" mi sembrano totalmente false.
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