@ Me First - The Ele...

@ Me First - The Elected


Il gruppo è il side project di Black Sennet (chitarrista di quello che chiamano alt.country, mi devo fidare) con l'aiuto di membri sparsi della famiglia Saddle Creek (Bright Eyes, Azure Ray) e Tamborello (un uomo, un side project). Il sapore base è il country, fatto di voce e chitarra, per melancoliche canzoni pop. Il confezionamento è chiaro: il chitarrista ha innestato alcune peculiarità degli ospiti sulle sue caratteristiche. Queste sono la bella voce, intonata e sussurrata secondo i canoni del folksinger e con il pieno di spleen (tutti i pezzi parlano di storie d'ammore lontane etcetc) e la chitarra che disegna il tessuto sonoro con facili melodie languide che corrono indissolubili al cantato. I particolari aggiunti rendono meno prevedibile il disco. La chitarra ha delle preponderanti derive slide (ricordando l'ultimo degli Yo La Tengo) e non disdegna qualche assolo, viene aggiunto qualche altro elemento come trombe ( "a time for emily"), banjo ( "waves") e pianoforte. Il contributo di Tamborello non è di forte impatto, l'elettronica c'è ma non solo sta sotto timidamente ma viene usata principalmente per cucire le canzoni (cioè all'inizio e alla fine) con glitch e beat acidi ( uniche vere eccezioni "c'mon mum" e "don't blow", dove vengono fuori a sostituire il ruolo delle chitarre) o per spezzare l'ipnosi. I veri innesti sono nella forma più che nella sostanza. Oltre ai pezzi smaccatamente country ("wave", "7 september 2003" e "my baby's a dick") si cimenta con un Vaudeville* ("don't get your hopes up") filastrocche trascinanti stile beach boys ("a time for emily") con tanto di controcanto (fucking...), lovesong strappalacrime d'annata con vocoder ("c'mon mum") e pezzi che sono presi dal repertorio Bright Eyes per assoli su esortazione (c'mon!!), cantato e gusto emo ("go on") e pezzi che si sente sono nati come acustici ("british columbia", "a response to greed"). Poi c'è anche quell'aria scazzata, da maglietta fuori dai pantaloncini e mani sui fianchi, che non guasta mai.


*Vaudeville me la sono giocata così, mi ricorda gocce di pioggia per la precisione e allora "O palla o gambe, se prendi la palla fa lo stesso."
Blacky Rock a.k.a. Nereo Rocco - Maestro e Grande Compagno


"La radio mi pugnala con il Festival dei Fiori" - Sergio Caputo
Stasera inizia, ognuno si regola come meglio crede. É cosi da anni. Stasera però inizia anche il Festival di Mantova. Qualche benpensante in odor di reazione si è affrettato ad etichettarlo come ControFestival = Buona Musica vs Cattiva Musica. E giù di ironia. La parola contro appartiene alla mia cultura che intorno a quella parola, piena di significati, è cresciuta, ma loro lo ignorano bellamente, anzi ne danno, come da riduzione ai minimi termini impostata dal Partito Azienda Unico, una visone dicotomica infantile. Sottolineano con spocchia, allo stesso modo di Pecorella e Taormina, che è nato perchè a dirigere è stato chiamato Tony Renis, il cui unico peccato sono le cattive frequentazioni. Come se questo nel paese di "con la mafia si deve convivere" (e intanto ci fa affari), nel paese dell' illegalità diffusa, nel paese della Cirami, fosse solo uno sciocco risentimento e non un dovere morale (uno di quelli veri. non adatto a cartelloni).
Cosa c'è di più stucchevole del conformismo dell'anticonformismo?
"la mia generazione ha un trucco buono critica tutti per non criticar nessuno" - Afterhours
Altrettanto importante è poi l'offerta culturale in un contesto, come insegna Gramsci, dove la cultura deve essere politica. Il Festival di Mantova da quello che leggo ha proposte che meritano : gemellato con il Tora-Tora, seminari sulla storia e fruizione della musica ( Da Luciano Berio ai Beatles), ospita artisti interessanti, happenning artistici (uno radiofonico chiamato rete 180 in omaggio a Basaglia), sceglie di essere vissuto nelle piazze, insomma offre percorsi che meritano di essere intrapresi.
"producendo disgustosi festival delle interiora dove cercan d'insegnarti che a soffrire si migliora" - Afterhours

Commenti

elrocco ha detto…
Leggo adesso dal Venerdi la citazione esatta tradotta dal dialetto
"voi andate in campo e colpite tutto quello che si muove sull'erba, se è il pallone pazienza."
La paternità della battuta , secondo Mura, era di Memo Trevisan e Blacky Rock'o la fece sua. Poi sono arrivato io. Come direttore responsabile e unico curatore della linea editoriale di questo sito chiedo scusa a tutti i lettori per la leggerezza commessa nel post sopra.

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