@ Two Way Monologue ...
@ Two Way Monologue - Sondre Lerche
Il secondo di questo giovanissimo norvegese è un gioiello pop. Una capacità di scrittura sorprendente e accattivante per quanto risulti immediata e fresca. Alto tasso melodico, papapapa in abbondanza, e gran personalità nonostante le vie classiche per cui si avventura il disco. Tecnicamente sa suonare e affidandosi al binomio chitarra/voce, con liriche mai banali, varia con gusto i consueti schemi. Magari i pezzi hanno un cuore acustico ("track you down","counter spark") ma riesce a muoversi verso orchestrazioni con echi di bacharach ("it's over" virando sul finale acidi in elettronica), folkballad ("stupid memory"), backing vocals alla beach boys ("wet ground") e rock ("on the tower"). Molto presente il contributo di archi, fiati e tastiere. L'approccio leggero, immediato, con il gancio al punto giusto e dai tempi ben calibrati è la sua forza. La grande personalità nella scrittura riesce a non rendere l'ascolto sfilacciato. Poi c'è "two way monologue" che è un capolavoro a parte. Inizia acustica e chiude col riff tagliato passando per cambi di ritmo, sovrapposioni, tastiere, valvole e appelli alla mamma. Ha fatto tutto da solo avvalendosi della produzione di uno dei Jagga Jazzist
"Manca solo l' emmepitre killer"- C'è stata una corrida di voci sul decreto Urbani che si è conclusa con la processione laica di festeggiamenti via forum per un suo probabile affossamento. Il giorno della sua discussione sembrava di essere dentro un film di Fantozzi (climax con l'intervento della relatrice Gabriella Carlucci) dove i pareesidiceche nei siti di riferimento diventavano prima boatos, ricamati minuto dopo minuto, e poi verità innopugnabili e liberatrici che avevano la meglio su forme fasciste di "Commandos di controllo preventivo", "delatori", "collaboratori", non meglio identificati sistemi di filtraggio, in uno scenario degno di Iena Plinsky. L'unica cosa certa è che non si trovano ancora dischi importantissimi e vitali e che i principi alla base del decreto/legge sono gli stessi a fondamento della "pesca sotto costa con le bombe"
Su RaiTre inizierà uno special sulla vita di Enzo Ghinassi aka Pupo. Costui è un idolo nelle comunità italo*** ed un incallito giocatore per cui lo rispetto. Però lo special si chiama il Funambolo. Si doveva chiamare L'Equilibrista ma siccome il paraculo ha intitolato la sua imminente uscita discografica "l'equilibrista" hanno optato per Funambolo (sai con Striscia). Io sono il funambolico, aggettivo che ho trovato nelle giovanili. Essere funamboli nel calcio consiste nello stare a sinistra pur essendo destro naturale. Mi viene in mente il collega Maldini, solo che lui fu dirottato a sinistra perchè a destra aveva Tassotti. Quindi il vero funambolico nel calcio è chi difende il centro (fase difensiva) e converge al centro (fase d'attacco), da sempre le zone più calde del campo.Lo dico perchè deve essere chiaro che equilibrista non è sinonimo e non ha la stessa valenza di funambolo. Equilibrista nel calcio non va bene manco ai portieri. Io il sabato ho quell'ansia pre partitella, un qualcosa di sublime che mi accompagna fin da giovane che si manifesta in molti modi.
Si discuteva tra vecchi amici di musica. Nella scorribanda, dove quello che avevo da dire l'ho detto, si è arrivati a Jon Spencer. Pur tributandogli il giusto merito ("delle poche ragioni valide per alzare il culo dal letto la mattina") è stato sottolineato come però fosse rock. Tutta la musica è derivativa, la bravura di questi colleghi (miei e di bop) è di aver mandato a quel paese lo stereotipo (Lang giustamente citato ne è un esempio) e di aver reinterpretato in maniera vitale secondo gli stilemi della propria cultura/attitudine la seminalità del blues, senza timori reverenziali, senza messe , funebri, da officiare. Ora non mi dilungo perchè devo mangiare ma Jon Spencer è un Funambolo.
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