@ There Will Be a Light - Ben Harper & Blind Boys of Alabama
Dopo la bulimia del precedente/inconcludente episodio, Harper abbraccia con convinzione la strada musicale del Sud in compagnia di nuovi sodali che rivestono un ruolo fondamentale nel suono. La composizione e la registrazione sono in presa diretta, testimonianza di una ricerca estetica e filologica molto sentita. Il suono è caldo, sopratutto per il contributo gospel dei BBoA, per nulla scolastici o da tappezzeria, che riescono a non appesantire o, peggio, imbarocchire il lavoro. Ci ritroviamo al cospetto di 11 canzoni (due standard "Mother Pray" a capella, "well well well" con tanto di bottleneck's), dove è l'organo hammond, più della chitarra, a servire la messa in compagnia dei vocals/canto con testi a sfondo biblico (stessa tendenza). Un groove caldo che pervade tutti i pezzi, dove l'eclettismo chitarristico, che c'è, non è mai fine a se stesso e non ha bisogno di confermare nessuna aura o patente. Non c'è mestiere, non c'è negritudine da palcoscenico (Public Enemy/Spike Lee) che tenga per questo disco.
"That ain't no Hank Williams song." Bob from Bob's Country Bunker
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MP3# Looking for a Label - Coccovillo
Vengono da Lisbona e fanno Soul. Il suono è registrato in presa diretta con estetica lo-fi. La cura maniacale per il groove resa da riff slabbrati per nulla accademici o falso decadenti sono il loro marchio. L'iconografia soul non viene semplicemente rivisitata o copiata, come una semplice agiografia da rotocalco musicale, ma viene fatta propria e rielaborata secondo gli stilemi del lofi. Si aggiunga la melodia e il riff killer che si insinua pentrante nelle orecchie. "Looking for a Label" è un gioiellino che riesce a far propria l'istanza politica del Soul (Marvin Gaye Docet) veicolata tramite l'erotismo /sessualità libera e liberato dagli stereotipi e l'urgenza esistenzialista punk (la similitudine tra il finale di "looking for a label" e "I fought the law" dei Clash è voluta). Sul piano politico, looking for a label cerca di superare criticamente l'economia del marketing discografico applicato al prodotto musicale e il vetusto idealismo creazionista cattolico borghese nel mito dell'artista che tanti danni ha fatto e sta facendo. [Ascolta e fai Ascoltare]
Commenti
però non ora, che non ci sono le condizioni, domani va a sapere.
sempre tuo elrocco
Claudia precaria sloggata