@ I Mistici Dell'Occidente - Baustelle
I "MdO" ci consegna una band matura che sceglie la via della pluricitazione su diversi piani non come omaggio, non come necessità ma come vera e propria scelta stilistica. Un disco che sa di emancipazione, segnato dalla fine della centralità del fascino della devianza come fulcro della poetica e dall'allontanamento dall'adolescenza (per la prima volta in "le rane" c'è nostalgia vissuta in prima persona) e da una costante critica estetica (quindi politica) all'esistente da usare come strumento di salvezza ("no ci salveremo disprezzando la realtà, questo mucchio di coglioni sparirà"). Musicalmente si da molto spazio alle chitarre e si gioca con tante suggestioni Morricone/De Masi (scelta non casuale vista la forte valenza politica che lo spaghetti western ha rivestito nel 68 italiano, vedi il citato Vamos a Matar Companeiros) però forse è nella scrittura musicale che si manifesta qualche lacuna. Per la prima volta il confezionamento non è deciso e sicuro ma appare troppo concentrato sui chiaro-scuri, dando troppo spesso la sensazione di imbrigliare le canzoni.
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