Modern Vampires of the City è un disco dal suono ovattato, morbido e decisamente più ordinato del solito. Scongiurato il pericolo di vederli lavorare per sottrazione (sarebbe la fine del gruppo), il propellente del gruppo è sempre il ritmo afro caraibico da college ma con maggior peso e attenzione sui vuoti piuttosto che sui pieni. Si avverte quasi una certa staticità, la musica non schiocca più come nei precedenti episodi, ci sono pochissimi scatti in avanti, nessuna rincorsa e marcette. Invece la fanno da padrone un ritmo tenuto sotto controllo, un battito contenuto (con l'eccezione di finger back). Le tematiche sono sempre da uomo ferito che si guarda allo specchio, cuore in mano e tenerezza da borghesia bianca che va al college (hold me in your everlasting arms). Non è un cattivo disco ma purtroppo in alcuni episodi si sente un marcato effetto coldplay, brividi di paura dietro la schiena, e quindi bisogna correre ai ripari per il prossimo.